Quante volte capita di passare lungo strade di campagna e vedere, in qualche piccolo spiazzo, un cumulo di vecchi elettrodomestici abbandonati chissà da chi? Un comportamento deplorevole, che mette a rischio l’ambiente ed impedisce il corretto riciclo dei dispositivi.
E dire che non ci vorrebbe chissà quanto a capire dove si buttano gli elettrodomestici rotti o vecchi. La normativa italiana è, infatti, piuttosto precisa e prevede diversi flussi di raccolta e smaltimento a seconda della “taglia” dell’elettrodomestico da smaltire. Nei prossimi paragrafi, vedremo in dettaglio come smaltire gli elettrodomestici e dove si buttano i piccoli elettrodomestici.
Prima, però, un semplice consiglio all’insegna dell’economia circolare. Prima di buttare un vostro elettrodomestico credendolo rotto, verificate che lo sia effettivamente. Chiamare l’assistenza tecnica e richiedere un intervento a casa avrà un costo inferiore sia a livello economico sia a livello ambientale: potrebbe trattarsi di un piccolo guasto facilmente riparabile e non c’è affatto bisogno di disfarsi della lavatrice o della lavastoviglie.
Che cosa sono i RAEE
La gestione del ritiro e dello smaltimento degli elettrodomestici è normata dal Decreto Legislativo 14 marzo 2014 n. 49 (e successive integrazioni), che recepisce la direttiva europea 2012/19/UE sui RAEE e fondata sul principio del “chi inquina paga”.
Alla base del funzionamento del DL 49/2014 troviamo, prima di tutto, la definizione di AEE e RAEE, ossia “Apparecchiature elettriche ed elettroniche” e i “Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche”. Con la prima sigla, si indicano tutti quei dispositivi il cui funzionamento dipende da correnti elettriche o campi elettromagnetici; con la seconda, invece, apparecchiature vecchie o rotte da considerarsi rifiuti ai sensi dell’articolo 183, comma 1, lettera a), del decreto legislativo n 152 del 3 aprile 2006.
Lo smaltimento dei RAEE segue procedure stringenti, volte a tutelare l’ambiente dall’inquinamento che questi dispositivi potrebbero provocare nel caso in cui venissero abbandonati nell’ambiente. Vediamo nel dettaglio dove buttare gli elettrodomestici rotti.
Come funziona il ritiro di grandi elettrodomestici
Che si tratti di una lavatrice, di un forno, di un frigo oppure un congelatore, il discorso cambia poco. Per smaltire i grandi elettrodomestici si hanno a disposizione due alternative, entrambe vantaggiose.
Si può scegliere di conferire l’ingombrante elettrodomestico presso l’isola ecologica del proprio comune, portandolo autonomamente con un proprio mezzo oppure rivolgendosi al servizio di ritiro garantito dall’azienda di gestione dei rifiuti del proprio comune. Va sottolineato che il servizio è riservato esclusivamente ai residenti e potrebbero esserci dei limiti al numero di elettrodomestici.
In alternativa, ci si può avvalere del principio dell’“Uno contro uno”, alla base della normativa sul ritiro e smaltimento dei rifiuti elettrici. In base a questo principio, quando si acquista un nuovo elettrodomestico, i clienti hanno diritto al ritiro gratuito del vecchio elettrodomestico di cui ci si vuol disfare. Secondo la normativa, i due elettrodomestici devono essere simili per dimensioni: non si può richiedere il ritiro e smaltimento di un frigo nel caso in cui si sia acquistato un tostapane.
Il ritiro avviene, solitamente, in concomitanza con la consegna del nuovo e nella stessa località. Può capitare che gli incaricati del ritiro indichino un luogo differente rispetto al tuo domicilio, ma dovrai poterlo raggiungere facilmente o potrai chiedere il ritiro in un altro luogo.
Dove si buttano i piccoli elettrodomestici
Il discorso non cambia poi molto se invece passiamo allo smaltimento di elettrodomestici di piccole dimensioni come tostapane, forno a microonde, friggitrice, macchina del caffè, frullatore e così via. Anche in questo caso, infatti, si hanno a disposizione due alternative.
Come nel caso dei grandi elettrodomestici, possono essere conferiti presso i centri di raccolta o le isole ecologiche presenti nel comune di residenza. In questo caso, però, il trasporto sarà a tuo carico: difficilmente gli incaricati del servizio di ritiro ingombranti potranno passare a domicilio per un forno a microonde oppure una macchina del caffè.
I piccoli elettrodomestici non funzionanti possono poi essere consegnati presso i negozi di elettronica secondo il principio dell’“Uno contro zero”. Ossia, non sarà necessario acquistare un dispositivo simile per poter avere diritto al ritiro gratuito del vecchio e rotto. Inoltre, si potrà scegliere un qualunque negozio e non necessariamente quello nel quale si è acquistato il dispositivo.
Va precisato che la normativa prevede alcune restrizioni: i dispositivi non possono essere più grandi di 25 centimetri e il punto vendita prescelto deve avere una superficie superiore ai 400 metri quadrati. Inoltre, il gestore del punto vendita potrà rifiutarsi di ritirare il piccolo elettrodomestico nel caso in cui questo sia privo delle sue componenti essenziali o se può rappresentare un pericolo per la salute e la sicurezza del personale.